Qualcuno che canti le follie di Dio (X) – I giusti

A cura di Massimiliano Bardotti Un uomo che coltiva il suo giardino, come voleva Voltaire. Chi è contento che sulla terra esista la musica. Chi scopre con piacere un’etimologia. Due impiegati che in un caffè del Sud giocano in silenzio agli scacchi. Il ceramista che intuisce un colore e una forma. Il tipografo che compone bene questa pagina che forse non gli piace. Una donna e un uomo che leggono le terzine finali di un certo canto. Chi accarezza un animale addormentato. Chi giustifica o vuole giustificare un male che gli hanno fatto. Chi è contento che sulla terra ci sia Stevenson. Chi preferisce che abbiano ragione gli altri. Tali persone, che si ignorano, stanno salvando il mondo. Jorge Luis Borges, I giusti. C’è una storia della tradizione ebraica, tramandata fino ai nostri giorni, nella quale si racconta che per ogni epoca del mondo, e quindi anche nel nostro tempo, ci sono trentasei giusti grazie ai quali il mondo non viene meno. I giusti si