Qualcuno che canti le follie di Dio (XIV) – Io sono te, tu sei me

A cura di Massimiliano Bardotti Chi è tua madre? Dimmelo poiché essa è anche mia madre. E tuo padre chi è? Te lo posso dire io poiché esso è anche mio padre. E i fratelli e le sorelle tutti sono gli stessi. Adesso che questo ti è stato detto, adesso che non vi è più ignoranza, che sei stato perdonato prima che ne facessi la domanda, posso io riprendere ad andare poiché tu sarai con me. (Eleonora Ines Nitti Capone) Cosa ci impedisce di sentire quello che Eleonora canta così chiaramente? Cosa ci fa così profondamente distanti da questa verità? Perché non riusciamo a fare di questa poesia il canto della nostra vita? Perché non riusciamo a fare sì che questi versi diventino i nostri versi? Perché non possiamo vivere ogni giorno mettendo in pratica gli insegnamenti di questa poesia? Cosa ce lo impedisce? Chi? Se solo potessimo chiaramente avvertire che non c’è alcuna distanza fra cosa sono io e cosa sei tu! Se finalmente i nostri occhi si aprissero e potessimo