Bruno Piccinini: il poeta che ha esordito a settant'anni
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La collana
Si è spezzato il filo, i grani
sono sparsi sotto i mobili a raggiera
negli angoli più ignoti
dove non è possibile arrivare.
Mi chiedi aiuto quasi implorando
col filo in mano di nailon
invisibile.
E cerchiamo
lungo muri e barriere, lungo
vene e parole, ma non si trovano i giorni
non si trovano.
Poi...
Non è niente, ti dico, è il tempo
è solo il tempo che si spezza e frantuma
mentre ti sfioro con la mano
l'istante della fronte,
grano che è ancora nel respiro
e sente la dispersione della luce.
***
Nel tunnel
Ho disceso i gradini
della metropolitana, sono in fuga
nel tunnel artificiale del pensiero
fra intermittenze di luci e oscurità,
mi cerco al di sotto di me
nelle profondità, tra le vertebre
le ossa della terra,
corro con le vene che mi percorrono
e circolano senza fermarsi
tra le masse nelle cavità
alla ricerca di una porta
d'illuminazione.
***
A sua immagine
Mi ha vestito il tempo a sua immagine
e sono un corpo dentro la sua tela
sono la tela e il filo
che la tesse.
Sono l'ostaggio anonimo
del viaggio irreversibile che compie -verso dove?-
la cronaca che vive
nelle parole che tremano e si perdono,
nei fogli silenziosi della pagina
nella fibrillazione del pensiero.
Nel vento che mi percorre il corpo
sono la forma e il luogo
della foglia che prima di cadere
incendia l'aria di colori
e si riscatta.
***
Figure-corpi
Avanzano si spostano indietreggiano
figure i doppi vetri
visi scompaiono
che vivono di sguardi
cercano la luce della stanza
vòlti all'incandescenza della lampada.
Sono con loro in adiacenza
sono contigui sovrapposto
sono lo sguardo dentro lo sguardo
il desiderio attratto dalla lampada
vivo l'istante breve necessario
a cercare l'altra luce.
***
Una voce
<<Puoi credere o non credere,
addure le ragioni dell'assenso
o del dissenso - forse si equivalgono -
dire che la fede è un'ombra sotto cui proteggersi
e chiudere ogni porta,
scegliere tra svelamento e buio
o dichiarare pietra la ragione.
Candidamente dico
che il pensiero esplode
dentro il dubbio,
che non si può far finta
di non sentire il battito profondo
che viene dalla mente
e che violentemente tutti ci smarrisce
nei suoi lunghi percorsi di vertigine.>>
Nato
a Medesano nel 1936, Bruno
Piccinini vive
nella vicina Varano dei Marchesi, sempre nella provincia di Parma.
Dopo un percorso di studi classico-umanistici, si è dedicato
all'insegnamento. Ha esordito a settant’anni con la raccolta di
poesie Carta d’identità, pubblicata da Diabasis, un libro che ha
subito rivelato una forte e temprata personalità poetica, educata
sulla grande lezione dei nostri maggiori poeti del Novecento, a
cominciare da Cardarelli e Bertolucci. Credere nel corpo è la sua
seconda raccolta.
Questo post è a cura di Luca Pizzolitto.
Le poesie che avete letto sono tratte dalla raccolta di Bruno Piccinini, "Credere nel corpo" (Passigli, 2016).
La foto in copertina è uno scatto di Luca Pizzolitto (Benzinaio, colline torinesi).