Breviario dei luoghi infranti (I) - dalla A alla C


a cura di Emiliano Cribari




Tremano i paesi dellAppennino imboscato. Tremano nomadi nellinverno

di chi li ha trascurati. Ognuna di queste parole è un sentiero per

andare a trovarli. In silenzio. Avvolti dalla quiete frondosa del mattino.

Ventuno parole che ci invitano a riflettere sul nostro Appennino.

Sullurgenza, etica e materica, di riposizionare gioia e tenerezza. I paesi

ci chiamano con una voce di carezza.



Ascoltare

Di certi luoghi si può udire anche il battito del cuore. Basta appoggiarsi

a un muro, acquattarsi su un gradino, chiudere gli occhi e accordare il

respiro al silenzio. Ascoltarlo significa librarsi, liberarsi, ridursi allessenziale.

Fare spazio e dire ho tempo. Qua parlano i muri e gli animali.

Le persone, i panni stesi. Sussurrano i camini. C’è un richiamo, perpetuo,

alla pace. Qua le storie grandinano, nutrono. Si svelano incaute e

sottovoce. Ascoltarle è un privilegio, un generoso atto damore.


Bordi

La più pura bellezza è schiva, sfuggente. Sta ai bordi. La periferia custodisce

e crea. Ospita il saggio, lautentico, il sacro. È , dove tutto finisce

e inizia lorizzonte, che arriva sempre chi cerca.


Casa

Le case nel bosco hanno nomi che attraversano il tempo; che saltano

dritti, sfumati, storpiati, da persona a persona. Le case nel bosco sanno

di alberi, di fede, di passaggi di animali. Abitarle avvicina allassenza

dei desideri.






La foto di copertina è di Emiliano Cribari, "Centro storico di Verbicaro (CS)"
 

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