"Mr. me" siamo noi: l’umanità di Maurizio Evangelista in cerca di felicità
a cura di Mara Venuto
48 stanze di hotel, un
check-in e un check-out: cinquanta poesie che vanno a comporre il
mondo surreale quanto autentico di “Mr. me”, la nuova raccolta
poetica di Maurizio Evangelista, vincitrice dell’edizione 2021 del
Premio nazionale di poesia indetto dalla casa editrice “Arcipelago
Itaca”.
Camere solo con numeri dispari a evocare, forse, i
conti della vita che difficilmente tornano in pari: nell’hotel
creato dall’autore ci si smarrisce, come nella ricerca della
propria stanza fra piani, porte e corridoi d’albergo tutti uguali,
ascoltando involontariamente frammenti di discorsi, risa, gemiti,
liti di un’umanità sconosciuta eppure familiare, quanto il vedersi
riflessi nello specchio di un ascensore al piano.
Lo spazio
fisico e umano ricostruito nella raccolta Mr. me è
cinematografico non solo per i riferimenti a Norma Jean, James Dean,
a King Kong e Jessica Lange: la scrittura prettamente icastica è
capace di richiamare immagini nitide, come se i versi includessero
una rappresentazione visiva. La raccolta si muove molto efficacemente
sul doppio binario di realtà e fantasia, verità e finzione: in un
hotel dal carattere onirico si muovono figure senza nome ma con
identità nitide. In stanze permeate da un’atmosfera di
alienazione, uomini e donne sono immortalati senza menzogne né
edulcoranti: il padre di famiglia in attesa di avventure; la giovane
ragazza che sogna l’amore attraverso il sesso; un figlio ormai
adulto intrappolato nell’infanzia; la coppia di mezza età in
vacanza, in cerca del sole dietro le nuvole.
In questa
raccolta originalissima per contenuto e stile (pregio non
trascurabile fra decine di pubblicazioni poetiche simili), l’aspetto
voyeuristico non è secondario: l’autore invita intenzionalmente i
lettori a infilare l’occhio nel buco della serratura per cogliere
attimi di vita, non per stimolarne la curiosità o il piacere di
spiare, non visti e incolpevoli, le storie altrui; al contrario,
attraverso versi toccanti, Evangelista richiama l’empatia e la
prossimità. Protagonista dei suoi fotogrammi poetici è un’umanità
fragile, costretta alle maschere, sola, tratteggiata di tenerezza,
sagacia e verità.
Mr. me siamo certamente tutti noi: in
cerca di calore, redenzione, felicità; in febbrile attesa di
qualcosa di nuovo in quelle stanze, in quello spazio alieno e
protetto in cui essere qualcun altro, in cui potersi sentire diversi
e, forse, migliori.
5. STANZA 107
lui mi afferra e mi dice,
il cielo
sta bene con le tue scarpe della domenica.
è vero, gli dico
le indosso solo
per te
in questa luce alta e drammatica
che
filtra il pomeriggio.
19. STANZA 209
alcuni hotel in centro hanno insegne
enormi
li guardi da lontano e sei dentro
e prima che tu te ne accorga
indossi
i vestiti di un altro
ed hai la sua stessa taglia di scarpe
e fai tutte queste cose che stai già
facendo
e ti fai
altissimo
per assomigliare agli
alberi
che crescono come i palazzi
che
perdono i calcinacci
come seccano le foglie.
*
21. STANZA 215
tu che una goccia di sangue credi
sia
la presenza di qualcuno che non sai rintracciare
ripercorri il
giorno all’indietro fino a quelle arterie
con lo stupore il
dolore e lo spreco
che l’errore l’omicidio sia forse un colore
l’inizio
la macchia scura la parola la fragilità la velocità
di ogni cosa
dovrai dire qualcosa (se ti daranno la colpa)
se
proveranno a convincerti che non importa
che rideranno di te (se
piangeranno e perché)
con una mano al labbro
chiederai
un’altra stanza, una seconda vita.
*
30. STANZA 305
mio figlio ha la voce di mio padre
da grande voglio la sua voce
quando mi lascia la mano poi cade
è una pellicola muta
c’è solo la
musica del piano.
mio figlio è in un sottotitolo
bianco
ha la grafia di mio padre
lo prendo su di me
divento genitore
con le mani di mio figlio
che sono quelle di mio padre
che
sono queste.
*
32. STANZA 309
ho un cappotto vecchio di dieci anni
e
un bottone in meno
ogni volta che lo indosso s’apre un
fosso
sul mio petto
e la gente che lo vede non sa
che
ogni volta tremo
dove fa sempre inverno.
*
46. STANZA 411
le ginocchia sbucciate come mele
che
mia madre tagliuzza per tenermi a tavola
più a lungo.
non le resta
che nutrirmi del suo
sguardo non più alto del terrazzo
coi gerani che si abbattono sui
miei dieci anni
e le biglie che rotolano più lontano da lei.
non mi resta che vincerle tutte
e
riempire il mio berretto per portargliele in dono.
lei preferisce i fiori.
e i figli maschi fanno questo per le madri, portano fiori.
rose e mimose quando torno da
scuola
margherite o fiori di campo.
per mia madre mi faccio ladro
e lei
mi perdona. perché sono il suo.
nessuna biglia nessun fiore
è
sull’atlante del mio viaggio.
ed è questo che mi porto
dell’infanzia
una libertà che non mi sarà mai perdonata.
Maurizio Evangelista è nato a Terlizzi
nel 1980 e vive a Bisceglie. Dopo la laurea in Scienze Politiche ha
pubblicato le raccolte poetiche “Suonatore di corno” (La Vallisa,
2010); l’opera bilingue “La città inventata” (Secop edizioni,
2015) con cui ha vinto il premio della critica “Vrdnicke Venac
Vile” a Sremski Karlovci in Serbia, e “Mr. me” (Arcipelago
Itaca, 2022) con il quale è risultato vincitore della VII edizione
del Premio nazionale editoriale di poesia indetto dalla casa editrice
nel 2021.
Organizzatore e direttore artistico dal 2010 dell’evento
“Notte di Poesia al Dolmen” della città di Bisceglie, ha
pubblicato in diverse antologie in Italia e all’estero, sue poesie
sono state tradotte in inglese, spagnolo, russo, polacco,
serbo-croato e albanese.
Nel 2017 ha partecipato alla XVII edizione
della Giornata Mondiale della Poesia di Varsavia su invito del poeta
Aleksander Nawrocki, ed è stato tra gli ospiti della XI edizione del
“Trireme della Poesia Ionica” a Saranda in Albania, su invito del
poeta Agim Mato.
Oltre alla poesia Evangelista è autore di racconti
per ragazzi pubblicati nei libri “Gli animali e noi” (Ed. Adda -
Scritture Meridiane Per Ragazzi, 2013); “So dire di no” (Ed. Adda
- Scritture Meridiane Per Ragazzi, 2015); “La rosa di Damasco”
(Ed. Adda – Scritture Meridiane Per Ragazzi, 2016) e “Racconti di
pace contro ogni guerra” (Ed. Adda - Scritture Meridiane Per
Ragazzi, 2022) a cura di Daniele Giancane.
La foto di copertina è di Mara Conan.
La foto nel corpo dell'articolo è di Mathis Jrdl.