Carlo Di Legge: La compassione della poesia

 

A cura di Mara Venuto
In copertina, “Porta Flaminia”
di Mariarosaria Stigliano, olio, pigmenti e smalti su tela, 60x50cm, 2022

 

Scrive Carlo Di Legge nella nota introduttiva alla sua raccolta Multiverso. Di quel colore che soccorre, a volte (puntoacapo Editrice, 2018): <<Non so l’essere: ma l’apparire del mondo è multiverso. Voglio dire che infinite e mutevoli descrizioni ne sono possibili […] Benché si creda, forse con qualche ragione, che i mondi siano comunicanti, ognuno vive in un suo proprio singolare multiverso, e in più mondi.>>.
Questa consapevolezza dell’autore, ispirata alla fisica teorica che postula l'esistenza di universi coesistenti, o di dimensioni parallele, lontana dall’essere velata di pessimismo, diviene paradigmatica di una visione della vita e della poesia improntata all’integrazione, all’apertura e alla composizione. Questa saggezza adulta permea la raccolta, i versi lirici e ariosi dell’autore salernitano riverberano una compassionevole visione dell’umanità, in primis è riconosciuta la propria, nelle sue fragilità e pulsioni. Sui paesaggi urbani e i vissuti si estendono i diversi colori del mondo e dei sentimenti, in un costante auspicio di armonia: che possa instaurarsi un dialogo nuovo, non più stentato o frainteso.

La raccolta, nel suo complesso, si mostra particolarmente compatta e fluida, dai contenuti allo stile della scrittura, a rispecchiare la chiarezza di pensiero e di sentire del poeta salernitano. Nel sottotitolo dell’opera, l’autore richiama il concetto di soccorso, e la sensazione di prossimità e di ascolto partecipe promana dai versi; il punto di vista non è assoluto né direttivo, anche il ricorrente ricorso alle immagini naturali richiama la supremazia degli elementi sul controllo umano, la necessità di fluire, di imparare a lasciar andare. La posizione mai autoriferita assunta verso i “tu” presenti nei componimenti, ugualmente approfondisce questo accogliente riconoscimento, l’amore che rinuncia al possesso per estrinsecare la necessità di una relazione paritaria e franca. La poesia di Carlo Di Legge si fa sincero dialogo.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Poesie di Carlo Di Legge tratte dalla raccolta Multiverso. Di quel colore che soccorre, a volte (puntoacapo Editrice, 2018):

 

Sezione Noi siamo qui


Il passo successivo

I gatti nel garage
lasciano zampe di pioggia sul cofano dell’auto.
Remoto gira il motore del mondo
per te come per l’anima dei giusti.
Sta in attesa il passo successivo.

*

Dicembre

Non è ancora inverno,
la scarpata è più ripida che mai.
Nebbia: un attimo,
un raggio appena tiepido di sole,
di nuovo nebbia.
Rallenta il passo, viaggiatore:
si vede poco:
piuttosto, ascolta l’eco.


Sezione Passaggi dell’incerta luce


I viali senza fine del pomeriggio

Il pomeriggio è profondo e impraticabile,
ricco di fascino e spaventoso.
Non t’impedisca
la paura di perderti.
Possa tu, come allora,
ribellarti e fuggire
nello strepito rosso degli ulivi.
Per quanto guardi, non vedi la fine.
S’aprono viali di parola.
Poi
niente.


Sezione Versioni d’inverno


Stanza di passaggi

Nella nostra stanza siamo in tre.
Uno dorme da giorni sonni di morfina.
Le cellule maligne
hanno preso le ossa e le carni.
L’altro sostiene le dosi del farmaco
arancione.
Ѐ migliorato molto, in cento giorni.
Il suo lavoro stenta – la moglie
è sola con le cose.
Quando viene, discutono. A volte,
sommessamente, piangono.
Là il dolore, e accanto
la speranza si alterna allo sconforto.

Qualcuno passa di qui per andare,
altri resteranno.
Essere qui, nel punto dei passaggi,
è vedere te stesso, e gli uomini,
come nuvole sospinte e scompigliate
dal vento.


Sezione Di quel colore che soccorre, a volte


Come ti parlano

Come ti parlano, i campi dell’inverno,
per dire la diminuzione!
Non sai se i battelli così lenti
che traversano il freddo
raggiungeranno un porto.
Tu con l’amore senza fine
cui non sembra che risponda amore
semina il poco.

*

Hai detto che verrai la sera

Hai detto che verrai la sera
dove sto adesso,
nel quartiere sotto la collina
da questa parte del torrente.
Così ho lasciato i ricordi poco lontano,
oltre il ponte.
Mi chiudo
in questa vecchia fortezza di tufo,
che vibra e parla come fosse viva,
imbarca sole dalle feritoie
e suoni di pioggia dal tetto.

Tu sei come la luce
che assedia le mura da tre lati
e guizza tra le cose:
se ti cerco, t’allontani,
e, quando m’incammino per andare,
ti presenti, e m’incanti.

Forse per questo dici che verrai la sera:
non adesso ma la sera,
quando il crepuscolo smorza i colori.

Apro sul balcone.
Si precipita il vento, rotolando.
Non rispondo all’invito.
Libertà può essere
in ogni grado
dell’incertezza.

Se verrà sera, come dici,
sarai la mia sera.
I ricordi dormono
sull’altra sponda,
il torrente
scorre.

 

Carlo Di Legge (Salerno 1948), dopo il contributo al volume La polifonia estetica (Milano, 1996) ha pubblicato i saggi filosofici Il signore delle due vie (Salerno, 1999) ed Eros e paradosso (Napoli, 2007); la seconda edizione di Eros e paradosso (Napoli, 2014) e il nuovo saggio Ontologia. Elenchi della terra e una specie di oceano (Napoli, 2014). La rivista Secondo Tempo (Marcus Edizioni) ospita suoi scritti brevi di filosofia. In poesia, i lavori più importanti sono: Momenti d’amore (Angri, 2002), Il candore e il vento (Napoli, 2008) e Multiverso (puntoacapo Editrice, 2018); un campione rappresentativo delle sue poesie si trova nel volume Poeti e pittori di Secondo tempo (Napoli, 2013). Sull’esperienza del tango ha pubblicato il libro, a carattere letterario-epistolare, Sentire il tango argentino (Napoli, 2011).


 



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