Qualcuno che canti le follie di Dio (VII) – Nasce già il mondo nuovo
Fratello ateo, nobilmente pensoso
alla ricerca di un Dio che io non so darti,
attraversiamo insieme il deserto.
Di deserto in deserto andiamo
oltre la foresta delle fedi
liberi e nudi verso
il nudo Essere
e là
dove la Parola muore
abbia fine il nostro cammino.
(David Maria Turoldo)
Vieni, aveva fatto scrivere Rumi all’ingresso della sua confraternita, chiunque tu sia vieni, che tu sia un peccatore, un adoratore del fuoco, vieni!
Potessimo incidere queste parole sul nostro cuore! Come di certo aveva fatto Turoldo, per riuscire a scrivere versi così. Perché una tale dichiarazione non viene certo in mente a chi non vive in sé una totale accoglienza dell’altro. O si vive, nella carne e nel sangue, o non si realizza un tale prodigio.
Oltre ogni pensiero, concetto, oltre ogni idea, oltre… dammi la mano, attraversiamo insieme il deserto della vita, questa avventura terribile e bellissima, questo miracolo di esistere, questa follia tutta divina! Insieme, mano nella mano, malgrado noi, malgrado come siamo.
L’esperienza del Paradiso e dell’inferno non riguarda nessun aldilà. Accade tutto qui, accade tutto ora. E dipende da noi, dal nostro sguardo, dalla capacità di accogliere nel cuore tutto, tutti.
Fratello, chiunque tu sia, vieni, entra in questo cuore lacerato e stanco, prendimi la mano, andiamo verso un luogo dove ci attende il miracolo semplice di essere insieme, dove non occorre dare alcuna spiegazione, dove solo conta il desiderio e la volontà di aiutarsi.
Ecco, vedete, nasce già il mondo nuovo…