"E i nostri amici / dispersi oltre l'oceano per sempre": cinque poesie di Giorgos Seferis
a cura di Luca Pizzolitto
fotografia in copertina di Claudia Castanò
Non
li abbiamo conosciuti
in
fondo era la speranza a dire
che
li avevamo conosciuti da bambini.
Li
vedemmo forse due volte, poi si imbarcarono;
su
carghi di carbone, carghi di cereali, e i nostri amici
dispersi
oltre l'oceano per sempre.
L'alba
ci trova accanto alla lampada stanca
mentre
tentiamo di disegnare maldestramente sulla carta
navi
conchiglie e gòrgoni;
verso
sera scendiamo giù al fiume
perché
ci indica la via del mare,
e
passiamo le notti in sotterranei che sanno di catrame.
I
nostri amici sono partiti
forse
non li abbiamo mai visti, forse
li
abbiamo incontrati quando ancora il sonno
ci
portava vicinissimo all'onda che respira,
forse
li cerchiamo perché cerchiamo l'altra vita,
al
di là delle statue.
**
Mi
duole aver lasciato passare un ampio fiume tra le dita
senza
berne una goccia.
Ora
sprofondo nella pietra.
Un
piccolo pino nella terra rossa,
non
ho altra compagnia.
Tutto
ciò che amai si è perso con le case
che
l’altra estate erano nuove
e
son crollate al vento dell'autunno.
**
Epitaffio
I
carboni nella nebbia
erano
rose radicate nel tuo cuore
e
la cenere ti copriva il viso
ogni
mattina.
Spiumando
ombre di cipressi
te
ne sei andata l'estate scorsa.
**
Nelle
grotte marine
c'è
una sete, un amore
un'estasi,
ogni
cosa è dura come conchiglia
puoi
tenerla in mano.
Nelle
grotte marine
ti
guardavo negli occhi giorni interi
e
non ti conoscevo, né tu mi conoscevi.
**
Sogno
Io
dormo, e il cuore veglia;
guarda
le stelle in cielo e la barra
e
come l'acqua s'infiora sul timone.
Poesie tratte da Le poesie , traduzione di Nicola Crocetti (Crocetti Editore 2020)
Dopo l'esordio nel 1931 con "Svolta", pubblica diverse raccolte. Nel 1963 ottiene il Premio Nobel per la letteratura.
Muore ad Atene nel 1971.