Lara Pagani: "Chiameremo ogni dolore delebile"
a cura di Pietro Romano
Immagine di copertina di Pietro Romano
I testi di seguito proposti sono alcuni inediti di Lara Pagani (Lugo, 1986). Balzano all'occhio il nitore stilistico-espressivo e la chiarezza delle immagini, segno di un vivo legame con la tradizione poetica. Alla cantabilità del verso fa eco una malinconia nostalgica di fondo: il tempo figura come delebile, soggetto a strappi e rovesci che l'io poetico ricuce alla ferita delle parole.
A te quando riemergi dalla bruma
porge il palmo l’umore delle piogge.
Lungo i polsi risale il desiderio
di forti e interminabili rovesci.
*
Ricordo il pulviscolo, la prima bruma
ascendente delle stelle. La tua clavicola
mi parlava incrinata, piuma da mordere.
Come arde la memoria, come trama
la luce. Guarda: sembra ancora viva
*
Senti come arranca il mio minuscolo
cuore rispetto al tuo che non è grande
più di una pesca eppure parla chiaro
al tumulto del mare, come sono
piccola che una corrente può bastarmi
cupo — per l’irrecuperabile azzurro.
*
Persino le stelle hanno la capacità
innata di morire, amore mio. D’ora in poi
finché saremo insieme sulla terra
chiameremo ogni dolore delebile.