"Volare dentro la profondità / La sua mano lontana": tre poesie di Amina Mekhali

 


a cura di Luca Pizzolitto
fotografia in copertina di Luca Pizzolitto


Da LES PETITS CAILLOUX DU SILENCE - LE PIETRE LIEVI DEL SILENZIO (puntoacapo, 2022, Traduzione di Cinzia Demi)


"Eppure non ho mai saputo come ferire". Ecco, in questo verso, di una delle prime poesie della raccolta "Le pietre lievi del silenzio" di Amina Mekhali credo sia concentrato il senso di quest'opera, che ha tra le sue intenzioni quella, forse principale, di rappresentare il cuore pulsante di una Terra e la sensibilità estrema di una sua figlia. (...)
Amina è donna e autrice forte e fragile, tenace e arrendevole, unica e solidale: nei suoi testi si riversano tutte le contraddizioni, le preoccupazioni, le certezze e i dubbi di un'epoca dove tutto è precario, di una storia antica che si rinnova cercando di non tradire la propria identità, di una cultura impregnata di linfe diverse che la arricchiscono e impoveriscono al tempo stesso.

(Dalla nota di traduzione di Cinzia Demi)



Un pensiero annegato


Al crocevia degli occhi

Quando si risveglia la distanza

Quando la mattina senza focolare

si riscalda al calore delle mani


Quando svanisce la certezza

Nel cielo bianco dell'assenza

E a poco poco torna

Il silenzio del tocco


Su una nuvola incerta

Abbagliata dal nord che indietreggia

Verso lo scintillio dei sensi

Come una polvere di vertigini

Poggiata sulla pelle


La bellezza si è vestita di fumo

E d'un sogno di segni inventati

Le parole avvolte

Nel rumore del tempo

Stordiscono la lentezza


Sotto i capelli stanchi di crescere

Una fronte si nasconde per invecchiare

Al sicuro dall'età che ricade


Une pensée morte noyée


À la croisée des yeux
Quand se réveille la distance
Quand le matin sans âtre
Se réchauffe au feu de doigts

Quand s’envole la certitude
Dans le ciel blanc de l’absence
Et que revient peu à peu
Le silence du toucher

Sur un nuage perplexe
Ébloui par le nord qui recule
Vers le scintillement des sens
Comme une poussière de vertiges
Posée sur des points de peau

La beauté s’est vêtue de fumée
Et le rêve de signes inventés
Les mots enrubannés
Dans le bruit du temps
Assourdissent la lenteur

Sous des cheveux fatigués de pousser
Un front se cache pour vieillir
À l’abri de l’âge qui tombe

**

I fiori della vita


Se potesse piovere sugli oceani

Così che la libertà parli ai pesci

Così che le onde si prendano cura dei naufraghi

Così che i confini aprano le loro mani corrotte


Se potesse nevicare sugli oracoli

Così che le profezie si trasformino in pianto

Così che gli dei si vergognino degli uomini

Così che il cielo finalmente si innamori della terra


Se potesse soffiare il vento sui deserti

Così che la solitudine scacci le ferite

Così che i grani di follia possano abbracciare la saggezza

Così che i bambini dimentichino le parole avide


Se potesse piovere sui tetti rotti

Così che il freddo ci rafforzi contro la sorte

Così che il nido si richiuda sul figlio dei mammut

Così che le bocche ripuliscano la geografia dei sogni


Se potesse nevicare sui boschi

Così che l'albero abbracci le foglie morte

Così che i sentieri dell'ombra s'innalzino verso le stelle

Così che i giochi proibiti corrano verso la ragione che fugge


Se potessero piovere perle

Così che gli occhi si vestano di fede

Così che i fazzoletti bianchi s'innalzino insieme alle colombe

Così che i destini tristi entrino sotto le braccia di uomini felici


Se potesse nevicare dentro di noi

Così che i nostri cuori imparino a ridere

Così che i morti ricordino il sole

Così che le anime spezzino le catene dei corpi appesi


Se potesse succedere una volta, una sola e mai più

Piovere, nevicare, soffiare sui sogni di chi non ha un passato

Così che quella tenerezza disseti i seni aridi

Così che il pane profumi gli amori impossibili

Così che la pazienza si vesta dei fiori della vita


Les fleurs du vivre

 

 

S’il devait pleuvoir sur les océans
Pour que la liberté parle aux poissons
Pour que les vagues soignent les naufragés

Pour que les frontières ouvrent leurs mains sales

 

S’il devait neiger sur les oracles
Pour que les prophéties fondent en larmes

Pour que les dieux rougissent des hommes

Pour que le ciel tombe enfin amoureux de la terre

 

S’il devait venter sur les déserts
Pour que la solitude emporte les écorchures

Pour que les grains de folie embrassent la sagesse

Pour que les enfants oublient les mots gourmands

 

S’il devait pleuvoir sur les toits brisés
Pour que le froid nous resserre contre le destin

Pour que le nid se referme sur l’enfant des mammouths

Pour que les bouches essuient les rêves de la géographie

 

S’il devait neiger sur les forêts
Pour que l’arbre enlace les feuilles mortes
Pour que les chemins de l’ombre montent vers l’étoile

Pour que les jeux interdits courent vers la raison qui s’enfuit

**

Il volo dei migranti


Toccare appena il giorno

Che già la notte ritorna innevata

Gelida e assente

Andare verso le farfalle

Dal ventre alle ali

Volare dentro la profondità

La sua mano lontana

Si estende sulla terra intera

Il velluto delle parole e dei legami

Graffia le mura e il suono

E raschia il silenzio del sonno

Perduto

Il suo volto sotto la calamita

Delle parole che si attraggono

Guarda la pioggia degli inverni

E delle solitudini

E sulla mia fronte ridente

Le rughe scompaiono

Con il dolore

Ci sono notti senza divisioni

Scisse dalla lama

Spezzate e definitive

Dove brucia l'oscurità

Nel fuoco disegnato

E negli amori irreali

A raccogliere ciò che cade

Con un gesto scritto

Come un'immagine dormiente

Tornerà

Domani al tramonto

E sotto le sue ali strappate

Verrà la partenza e l'addio

Nel volo dei migranti.

L’envol des humains migrateurs

 

 

Toucher le jour à peine
Que déjà sa nuit revient enneigée

Froide et absente
Et aller vers les papillons
De ventre en ailes

S’envoler au creux de lui
Sa lointaine main
Étend sur la terre entière
Le velours des paroles et du lien

Griffer les murs et le son
Et racler le silence du sommeil

Perdu
Son visage sous l’aimant
Des mots qui s’attirent

Regarde la pluie des hivers
Et des solitudes
Et sur mon front rieur
Les rides disparaissent
Avec le chagrin
Il est des nuits sans partage

Sciées au couteau

Morcelées et définitives
Où la noirceur bru
̂le
Dans le feu dessiné
Et des amours abstraites

Ramasser ce qui tombe
D’un geste écrit
Comme une image endormie
Il sera de retour
Demain à la tombée du jour
Et sous ses ailes déchirées

Viendra le départ et l’adieu

Dans l’envol des humains migrateurs.








Amina Mekahli (Mostaganem 1967) è scrittrice, poetessa e traduttrice. Nel 2019 in Italia è stata nominata Ambasciatrice del Premio Léopold Sedar Senghor. Ha pubblicato due romanzi: Le secret de la girelle (Anep 2016) e Nomade brûlant (ivi 2017), la raccolta di racconti Les éléphants ne meurent pas d’oubli (2018) e varie opere in antologia. Suoi testi sono stati premiati nel 2017, 2018, 2019 al Premio internazionale di poesia Léopold Sedar Senghor, in Italia. Le sue poesie sono tradotte in moltissime lingue, mentre del romanzo Nomade brûlan è in corso la traduzione in inglese e italiano.





Cinzia Demi è nata a Piombino (LI), lavora e vive a Bologna. È operatrice culturale, poeta, scrittrice e saggista. Dirige la Collana di Poesia Sibilla per Pendragon e il bimestrale Parole. Per l’Università di
Bologna collabora con il Centro di Poesia Contemporanea, la Festa della Storia, la Facoltà di Scienze della Formazione, collabora inoltre con l’Università di Palermo, e con molte altre associazioni e istituzioni sul territorio nazionale, con riviste, antologie, blog letterari e siti internet per saggi e articoli. Cura per il sito francese Altritaliani la rubrica “Missione poesia”. Realizza con i suoi testi presentazioni spettacolari in abbinamento a musica e arti varie, in giro per l’Italia e all’estero. E’ docente in corsi di poesia per adulti e ragazzi. Ha pubblicato: “Incontriamoci all’Inferno” Parodia di fatti e personaggi della Divina Commedia di Dante Alighieri (Pendragon, 2007); “Il tratto che ci unisce” (Prova d’Autore, 2009); “Al di là dello specchio fatato. Fiabe in poesia” (Albatros, 2010); “Caterina Sforza. Una forza della natura fra mito e poesia” (FARAEditore, 2010); “Incontri e Incantamenti (Raffaelli, 2012); “Ersilia Bronzini Majno. Immaginario biografico di un’italiana tra
ruolo pubblico e privato” (Pendragon, 2013). In uscita per puntoacapo il poemetto “Ero Maddalena” e l’antologia da lei curata in omaggio a Giorgio Caproni “Tra Livorno e Genova: il poeta delle due città” (Il Foglio).

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